Il sodio è un minerale importante per la salute umana, regola molte funzioni importanti tra cui mantenere il bilancio idrico, l’equilibrio acido-base e assicurare le trasmissioni nervose e contrazioni muscolari vitali per la nostra sopravvivenza.
Un apporto ridotto di sale nella dieta causa l’insorgenza di crampi, diminuisce l’appetito e la lucidità mentale.
Tuttavia un consumo di sale troppo elevato ha un impatto negativo per la salute: ipertensione, insufficienza renale, ictus, infarti, tumori gastrici, osteoporosi, edema, sono tra le principali patologie associate appunto ad un elevato livello di sodio, uno dei due componenti del sale da cucina, il cloruro di sodio.
Proprio per questo, l’OMS raccomanda con nuove linee guida un consumo giornaliero di sale che non superi i 5g giornalieri.
Ma in Italia il consumo di sale com’è?
Molto superiore sicuramente, visto che siamo intorno a 10 g giornalieri come media nazionale, ma con punte di 11 g in Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata, come è stato evidenziato da uno studio inglese pubblicato sul British Medical Journal.
Perché siamo così attratti dal consumo di sale?
Il sale funziona per il nostro cervello come una droga, più ne aggiungiamo e più siamo spinti ad aumentare il consumo con un effetto negativo anche sul peso corporeo: infatti i cibi grassi e anche molto salati stimolano dei recettori che ci inducono a mangiare di più.
Tutti dovremmo stare attenti al consumo di sale?
Assolutamente si, e dovremmo iniziare fin da piccoli a distinguere i cibi che hanno già il sodio per evitare di fare un sovraccarico. Latticini, pesce, ma anche alcune verdure come i carciofi, sono già naturalmente ricchi di sodio, pertanto non è necessario consumarli aggiungendo del sale da cucina.
Come regolarsi: ovviamente ridurre i salumi, sia nella dieta dell’adulto, che in quella dei bambini, che mangiano oggi troppo spesso prosciutto cotto, pensando erroneamente che non contenga sale. In particolare fino ai due anni di età i pasti dei bambini non dovrebbero contenere sale aggiunto.
Ridurre anche il consumo di cracker, patatine fritte come snack e sostituirli con frutta secca oleosa (mandole, noci).
Ridurre il consumo di prodotti in scatola, preferendo per il pesce quello sott’ olio e non in salamoia.
Per le preparazioni in cucina, al posto del sale possono essere consumati mix di erbe, aglio, porri cipolle e spezie mediterranee che conferiscono sapore, e anche sostanze utili come polifenoli. Un ottimo condimento è il gomasio, fatto di semi di sesamo mescolato con un piccola parte di sale da cucina (12:1, ma si può aumentare anche a 20:1): oltre a dare un ottimo sapore, i semi di sesamo apportano calcio e sono quindi nutrizionalmente molto vantaggiosi rispetto a grandi quantità di sodio, che invece mobilizza calcio dalle ossa.
E i prodotti confezionati?
Leggere sempre le etichette anche dei prodotti dolciari, ed evitare quelli ad alto contenuto in sale > 1-1,2g /100g, e preferendo prodotti con contenuti medio – bassi di sodio.