Negli ultimi anni, l’uso della soia è diventato molto popolare, grazie a una campagna che ne ha esaltato gli effetti salutistici, che vanno dalla prevenzione cardiovascolare, a quella dei tumori, osteoporosi e disturbi della menopausa.
Così la soia, non proprio un alimento tipico della dieta mediterranea, è entrata nella nostra alimentazione attraverso il consumo di miso, tempeh, tofu, edamame – ma anche di prodotti trasformati come bevanda vegetale, hamburger, barrette proteiche, polveri proteiche e integratori alimentari. Ricca di proteine, la soia contiene anche dei fitoestrogeni – estrogeni di origine vegetale – motivo per cui viene utilizzata come integratore per i disturbi della menopausa.
Ma davvero fa bene a tutti?
In realtà, il consumo di soia, risulta controindicato soprattutto per chi soffre di ipotiroidismo, soprattutto se carente di iodio, sia perché il consumo di elevate quantità di soia può diminuire la funzionalità tiroidea, sia perché può interferire con i farmaci riducendone l’efficacia, se assunta in vicinanza al trattamento.
Inoltre chi ha un elevato numero di anticorpi anti-tiroidei o malattie autoimmuni della tiroide in assenza di ipotiroidismo, deve essere consapevole del fatto che un elevato consumo di soia può contribuire a svilupparlo. Un recente studio, in particolare trova una relazione tra consumo di soia e ridotta funzionalità ipotiroidea, soprattutto nelle donne.
E’ necessario in questi casi eliminare del tutto la soia?
Anche nei casi di ipotiroidismo iodiocarenti, si possono consumare moderate quantità di prodotti a base di soia seguendo qualche piccola indicazione:
– consumare sale integrale marino: apporta iodio, che contrasta gli effetti negativi della soia sulla tiroide;
– evitare soia geneticamente modificata (OGM), che può presentare più rischi di contaminazione di glifosato (erbicida cancerogeno, e interferente endocrino) e l’unico modo di consumare solo prodotti di soia certificati biologici;
– preferire fonti alimentari di soia fermentata, come il tofu, il tempeh, il miso ed evitare i prodotti a base di soia trasformati – compresi le polveri a base di soia, frullati di proteine e altre forme trasformati di soia, come le bevande vegetali, che possono essere sostituite da bevande vegetali d’avena, di farro o di mandorle;
– non over-consumare soia. Includere alcuni prodotti di soia nella vostra dieta evitando un consumo giornaliero eccessivo: in generale, gli effetti negativi della soia sulla tiroide sono stati riferiti quando i livelli di isoflavoni superano i 30 mg al giorno;
– evitare integratori di soia o di isoflavoni. (Questi tendono ad avere livelli molto elevati di isoflavoni nel sangue)*;
– chi è in trattamento farmacologico, dovrebbe astenersi dal mangiare cibi a base di soia entro le tre o quattro dall’assunzione del farmaco, per evitare qualsiasi interferenza;
– prestare attenzione alla qualità alimentare e agli abbinamenti dei cibi: diversi alimenti possono influenzare negativamente la funzione della tiroide (alimenti goitrogeni); ad esempio tutte le brassicacee (broccoli, cavolfiori, verze, cavoletti di bruxelles, rucola, rafano), il miglio, alcuni additivi alimentari, come i nitrati presenti nel pesce e nelle carni conservate, impediscono l’assunzione di iodio da parte della tiroide.
*Public Health Nutrition: 19(8), 1464–1470 The association between soya consumption and serum thyroid-stimulating hormone concentrations in the Adventist Health Study-2.