La richiesta di effettuare uno svezzamento vegetariano sta aumentando non solo in relazione all’incremento progressivo del numero dei vegetariani, ma anche perché alcuni genitori, per motivi per lo più salutistici, colgono il momento dello svezzamento per effettuare tale scelta alimentare per tutta la famiglia. Oggi la letteratura scientifica – come sostenuto dall’American Dietetic Association – ammette la possibilità di seguire una dieta vegetariana o vegana fin dallo svezzamento indicando che «le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete vegetariane totali o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza e atleti».
Due diverse tipologie. Lo svezzamento vegetariano è caratterizzato dall’utilizzo di un’ampia varietà di cibi di origine vegetale e dall’assenza di cibi animali diretti (carne, pesce e derivati). Si articola in due tipologie principali: lo svezzamento latto-ovo-vegetariano, che oltre ai cibi vegetali comprende anche l’assunzione di cibi animali indiretti (latticini e uova), e lo svezzamento vegano, in cui tutti gli alimenti di origine animale sono assenti.
Lo svezzamento vegetariano è quindi attuabile ma necessita di un’appropriata pianificazione, allo scopo di favorire un’alimentazione salutare e di prevenire carenze nutrizionali che costituiscono un rischio reale delle diete vegetariane (in particolare vegane) non corrette. In sintesi, lo svezzamento vegetariano è fondato su un utilizzo equilibrato di cibi appartenenti ai seguenti gruppi alimentari: frutta, verdura, cereali, legumi, frutta secca e semi oleaginosi, grassi e, naturalmente, acqua. Poiché i legumi contengono acido fitico che riduce l’assorbimento di alcuni nutrienti, per ridurne le quantità è bene tenerli in ammollo a lungo prima di cucinarli, o in alternativa utilizzare prodotti decorticati (ad esempio, lenticchie rosse decorticate). Gli aspetti generali dello svezzamento vegetariano sono gli stessi dello svezzamento “onnivoro”: l’inizio è variabile, di solito collocato intorno al 5º-6º mese o quando il lattante è in grado di mantenere la posizione seduta e di manifestare interesse verso i nuovi cibi.
Consigli per l’alimentazione complementare a richiesta o autosvezzamento
– Non dare al bambino pietanze salate o zuccherate: fino al compimento del primo anno di età, non bisognerebbe aggiungere sale e zucchero negli alimenti.
– Non aggiungere formaggio tipo parmigiano prima dell’anno di età e mai a un pasto che contiene già proteine (legumi, carne, pesce, uova).
– Non eccedere con proteine animali, mettendo a tavola cereali e legumi, nel caso decorticati.
– Condire utilizzando olio extravergine d’oliva.
– Preferire sempre alimenti biologici.
– Evitare di dare latte vaccino prima dell’anno di età, perché troppo proteico, e se non gradito non forzare il bambino a berlo neanche dopo: non è necessario, e nel caso provare con lo yogurt.
– Preferire frutta e verdura di stagione.
– Pazienza, tanta pazienza: alcuni alimenti non saranno subito graditi e non susciteranno interesse: in alcuni casi bisogna riproporli almeno 10 volte prima che siano accettati.
Pesticidi e cibo
L’esposizione del feto – attraverso la placenta – e del neonato a sostanze tossiche come i pesticidi può avere ripercussioni molto importanti sulla salute. Purtroppo l’eccessivo impiego di pesticidi nell’agricoltura convenzionale ha causato inquinamento ambientale e delle acque là dove esistono coltivazioni intensive. Per i bambini, la modalità di esposizione più importante è attraverso gli alimenti, a partire dal latte materno, motivo per cui è importante che gestante e nutrice siano attente a non esporsi ad ambienti inquinati e a mangiare alimenti privi di contaminanti e residui chimici. L’impatto dei pesticidi sulla salute dei bambini è ben più preoccupante, perché rispetto agli adulti hanno sistemi di detossificazione immaturi e non efficienti, quindi risultano più sensibili a sostanze tossiche. Negli anni più recenti è aumentato il numero di residui di pesticidi presenti in un singolo alimento, fino a 5-6 nella mela, 8 nelle fragole, 11 nell’uva: quindi, sebbene non siano ancora noti gli effetti sulla salute, è preferibile utilizzare prodotti da agricoltura biologica.